Il project-workshop ritratto a mano 3.0 invita per l'edizione 2016 (4-11 luglio) l'artista Gianni Caravaggio a condurre otto giorni di residenza presso il complesso architettonico dell'Ex Convento delle Clarisse di Caramanico Terme (PE), un luogo ricco di storia, incastonato tra i monti della Maiella e del Morrone e circondato dalle valli dei fiumi Orfento e Orte.
Il workshop è curato da Giuliana Benassi, organizzato da Angelo Bucciacchio e Giuseppe Pietroniro, in collaborazione con l’Associazione Culturale Vitoria Gasteiz e l'Associazione
ReTe.
Il workshop-residenza RITRATTO A MANO propone una direzione d’indagine volta a riflettere sull’opera d’arte, come possibilità d’incontro, come esperienza nel senso pieno del termine, in quanto azione determinata dalle condizioni di vita che il soggetto sperimenta interagendo con l’ambiente. Favoriti da una location decentrata da contesti urbani e immersi in un'oasi naturale, ci si dà la possibilità di riscoprire la continuità fra l’esperienza estetica e il normale processo di vita, un modo per ritornare alla radice esperienziale e alla tradizionale analisi materica.
Gli artisti selezionati tramite un open-call avranno la possibilità di lavorare per otto giorni all'interno dell'Ex convento delle Clarisse di Caramanico Terme dove avranno modo di confrontare il proprio lavoro con quello degli artisti/tutor sviluppando, sulla base delle tematiche trattate, un progetto da concretizzare in occasione della mostra conclusivache sarà inaugurata nell'ultimo giorno di workshop.
Artisti selezionati: Aruta Edoardo Bisotti Laura Cescon Stefano Cerruto Andrea Costanzo Alessandro Jost Daniele Gisana Federica Perotti Federica Pomante Gioele Scarapello Letizia Sebastian Davide Severino Federico Simonetti Federica Tancredi Meri Turatti Alice Vanda Martina
AFAIK (as far as I know) Mostra D'Arte Contemporanea, a cura del Prof. Salvo Duro e di Piero Dauber.
Un evento unico organizzato dalla sezione Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Catania che mira a riflettere sulla soggettività del pensiero artistico contemporaneo, utilizzando un linguaggio moderno, irriverente e provocatorio. L'evento sarà ospitato nella sede di Via del Bosco, e si svilupperà per l'intera area.
Artisti Tutor: Riccardo Puglisi Tiziana Contino Daniele Alonge Vlady Art Clara Tumino
In mostra: Kathrin Arona Giuseppe Patanè Egle Ilaria Tomaselli Celina Moscuzza Maria Agozzino Nebraska Federico Severino Valentina Marino
Atelier di Arte interculturale a cura del polo catanese di Educazione interculturale (Global Teacher Centre) dell’I.C.Fontanarossa (CT)
PRE-VISIONI II Artisti emergenti dalle Accademie di Belle Arti di Catania e Palermo
A distanza di sei anni dalla prima edizione, la Fondazione Puglisi Cosentino dedica di nuovo uno spazio di visibilità e di valorizzazione alla scena artistica emergente in Sicilia con la seconda edizione di PRE-VISIONI. Artisti emergenti dalle Accademie di Belle Arti di Catania e Palermo. A curarla sono state invitate Ornella Fazzina e Daniela Bigi, le quali, organizzando la mostra come un dialogo tra le due istituzioni, hanno cercato di restituire il clima espressivo e la direzione progettuale che le caratterizza, scegliendo gli artisti tra quanti già lasciano prevedere un possibile inserimento nel mondo dell’arte. La Fondazione rinnova questo appuntamento nella convinzione che la stretta collaborazione tra le istituzioni culturali dell’isola possa permettere al pubblico siciliano di confrontarsi sempre più frequentemente con la produzione artistica contemporanea, seguendone finanche le fasi embrionali, che nel loro essere portatrici di nuovi valori e nuove visioni non possono che contribuire ad alimentare la formazione di un pensiero capace di orientare l’oggi e gettare le basi per il domani.
Per retaggio scolastico o per fatalità della comunicazione, si è portati a considerare in maniera superficiale, che vuole essere indulgente, le forme codificate del discorso: per esempio, le metafore, che non sono convenzioni della lingua o artifici dello stile , ma un atto di fede come ce ne sono continuamente richiesti in una logica che va oltre le apparenze e intanto, si confondono a esse: e cosi, il discorso, appunto, fa quello che deve: scorre.
Se parliamo di dimensioni, la geometria pone le sue condizioni a ogni ambito ecceda l’alveo euclideo – una sola delle geometrie: questo basta per appropriarsi del termine e applicarlo alle materie e orizzonti d’esperienza più lontani dal piano e dai solidi. Dimensioni del vivere, del pensiero, dell’azione, del lavoro, del sogno: negli spazi che ci sono concessi o che ritagliamo pezzo a pezzo dal connesso civile, dandogli misura come se avesse trovatola propria e fosse quella giusta: ognuno è un mondo a sé. Non solo : l’ aleph, il multum in parvo, il microcosmo che rispecchia il mondo su larga scala, più ampia di quel che è dato tollerare per ridurlo alle nostre dimensioni, è in agguato in ogni particolare che ricada sotto i nostri sensi, per trascurabile che sia l’inezia.
Una siepe nasconde interi mondi, a dire dei poeti. Che, infatti, non si accontentato di uno solo e poi e perciò, quella siepe gli basta e avanza (lo può: ma non è detto, neppure a parole). Uno di questi mondo, lo sappiamo, è l’ARTE: non l’unico, ma ,certo, quello che ci si aspetta, se non proprio tutto – quello che avremmo osato chiedere. A volte, respinge; altre accoglie, perfino, con eccessiva, sospetta facilità, per fidarsene, in certi casi, si spezza i limiti entro cui opera le sue magie: e allora, l’incantesimo si mescola alle occorrenze della vita d’ogni giorno, per farsene complice, testimone reticente, metronomo che segna l’inciampo fra le righe della partitura.
L’arte; se, per esempio pensiamo alla musica, è cosi invasiva, l’orecchio non può vietarsi di subirla, anzi, se ne satura con le cappe aspiranti sonore approntate da una tecnologia misericordiosa con chi ne è sopraffatto prima di avere imparato a difendersene. Anche le lettere, se non la letteratura, si imprimono a prima vista, cosi che non si può fare a meno di decifrarle, non si fa a tempo a scansarle, dall’insegna del negozio allo slogan di una promozione pubblicitaria studiato per insinuarsi fra le parole più care e di cui siamo gelosi.
Non vale per l'arte, per la pittura, scultura e limitandoci a queste : le arti plastiche e figurative. Come si usa ancora dire per deferenza alle venerande tradizioni accademiche. Qui, se ci si imbatte in un’immagine o in una forma, anche quella suggerita dalla dissoluzione cromatica di un’immagine o di una forma – di cui, del resto, non avremo mai la piena e totale contezza, ma solo di una porzione o meno ristretta e significativa di superficie , possiamo ancora esercitare il nostro diritto a negare o concedere l’accesso alle nostre emozioni, associazioni di idee, dissociazioni degli automatismi del pensiero: e nel farlo, esse sono già all’opera, perché òa scelta implica un giudizio prima ancora che esso sia ponderato. L’arte non ammette mezze misure. E lo sappiamo: se andiamo alle mostre, lo facciamo a nostro rischio e pericolo: siamo tenuti a accordare la nostra attenzione più di quanto faremmo se non ci fossimo ‘esposti’ quanto l’artista espande. Non per immettere nelle nostre giornate o per il tempo di un ‘evento’ un’idea, un’occasione per riflettere o per evadere, una beatitudine passeggera o una maledizione perpetua ovvero per svelare l’ossessione che continuavamo a ignorare: ma per confondere alle più minute abitudini, ai codici protocollati e modalità subliminali della percezione, ai nostri bioritmi una pausa o un’infrazione che sposti la soglia dell’attenzione, se non del senso, altrove.
Se scorriamo i nomi degli artisti che partecipano a “Dimensioni”, questo altrove assume connotazioni che coprono una estesa gamma del termine, comunque declinato. E analogicamente a quanto avviene agli artisti, che hanno rinvenuto o impresso dimensioni proprie ai materiali e agli spazi che si intersecano nelle rispettive opere per ribadire o dipanarne i nessi, suggeriamo di procedere per approssimazioni, per tentativi pazienti o d’impulso: o viceversa lasciare che il flusso determini le sue mappe tracciando i limiti entro cui collocarsi o da varcare assecondandone la corrente, seguendone le derive: fosse pure non per esplorare nuovi mondi, ma per scoprire la siepe che li tiene nascosti.
S. Agata è la terza festa mondiale per devozione e numero di fedeli che partecipano alla stessa. Non è quindi l’organizzazione di una mostra che serve a far conoscere la festa agatina che si propone, ma la realizzazione della bellezza e della cultura attraverso la festa che si intende organizzare coinvolgendo artisti delle nazioni che festeggiano il culto di S. Agata invitandoli a realizzare un’opera che parli della storia di S. Agata, così come hanno fatto molti artisti nel passato.
La mostra è realizzata con opere grafiche incise tenendo conto anche delle nuove tecnologie contemporanee.
L’incisione, strumento dei linguaggi dell’arte, mezzo altamente democratico, ha dato a tutti la possibilità di conoscere la bellezza del nostro patrimonio artistico ancor prima che nascesse la fotografia. Ha sviluppato il senso della conoscenza, scientifica artistica, letteraria e come tecnica da sempre è stata e continua a essere struttura architettonica a sostegno dell’idea innovatrice, ma grazie alla sua continua duttilità moltiplica i codici di appartenenza, modifica le proprie regole generando nuovi vocabolari, oltrepassando i confini della storia. Non più icona idolo, altare sacrificale delle idee per rimanere “maniera”, ma compagna fedele con la quale attraversare tutti i campi della sperimentazione per riformulare nuove regole dove tradizione e modernità convivono modificando i confini della storia per diventare altro e far vivere nel “soffio vitale di spiritualità feconda” propria di ogni tempo.
Oggi, come sempre, la grafica d’autore (l’incisione) è specchio fedele della società, della storia, dell’arte e come tale investe e si appropria del contemporaneo tecnologico espandendosi nello spazio, diventando tridimensionale, istallazione e tutto quello che lo spirito sensibile riesce a produrre.
Alla mostra, coordinata dal prof. Liborio Curione e curata dalle proff. Giovanna Cassese e Ornella Fazzina, sono invitati maestri, docenti e allievi delle accademie di Austria, Brasile, Inghilterra, Italia, Messico, Spagna, Ucraina.
Segni Agathae GAM, Ciminiere di Catania a cura di Liborio Curione, Catania.
Sabato 19 dicembre alle 18.30 si è inaugurata la mostra a cura di Marco Meneguzzo, tra i massimi critici italiani d’arte astratta e informale, sul lavoro recente dell’artista Piero Zuccaro.
Le Quam di Scicli presentano gli ultimi lavori sulle cattedrali (ciclo Interno – Incerto e Oscillante), una raccolta eccezionale di pastelli a olio su tela, cuore della mostra ed elemento distintivo della produzione recente e, naturalmente i cinque frammenti dell’opera-video Flyby, da cui il nome dell’intero progetto espositivo.
“…in quell’immagine ci sono lo spazio e la materia.” scrive Marco Meneguzzo, “..ma la polverizzazione dell’uno e dell’altra nel pigmento del pastello, l’impossibilità di riconoscere immediatamente il soggetto pur sapendo che un soggetto c’è - benché non importante in sé e per sé ai fini della visione -, lo stravolgimento dello spazio tradizionale pur in presenza di tutti gli strumenti espressivi tradizionali, costringono a ripensare proprio quegli elementi ultratradizionali della pittura quali sono, appunto, spazio e materia”. Piero Zuccaro è uno migliori artisti dell’astrazione siciliana e italiana. Lo dimostrano le tante attenzioni critiche, da Helmut Friedel a Marco Goldin, e i tanti impegni espositivi degli ultimissimi anni, dalla personale a Palazzo Chiericati di Vicenza del 2014 alla personale alla Red Dot di Basel Miami del 2013.
Ma le sorprese non sono finite, Piero Zuccaro ha invitato ad esporre, nella sua stessa mostra, sette artisti emergenti, di cui segue e apprezza il lavoro; una scelta che la dice lunga dell’alto profilo della personalità della figura umana, oltre che artistica! L’attenzione alle nuove generazioni, che lo ha sempre visto aperto e disponibile nei confronti degli artisti emergenti, è un elemento autentico che lo contraddistingue dalla maggioranza degli altri artisti, spesso offuscati dal proprio lavoro individuale o incapaci di valutare e confrontarsi con altre ricerche. In una sala di questa mostra, ceduta dall’artista al confronto, insieme ad opere di Zuccaro esporranno Maria Buemi, Corrado Iozzia, Ezio Cicciarella, Ettore Pinelli, Cetty Previtera, Federico Severino e Valerio Valino. “Non ho mai visto una mostra personale in cui l’artista invita altri artisti per un confronto” dice Antonio Sarnari, “sono stato entusiasta di mettere in mostra anche questo aspetto della personalità dell’artista, anche perché sono artisti che stimo, con cui collaboro grazie alla sua segnalazione!”.
La mostra “Piero Zuccaro - Flyby” aprirà il prossimo sabato 19 dicembre alle 18.30, e resterà aperta fino al 24 gennaio 2016, l’ingresso è gratuito. In galleria è disponibile il catalogo della mostra e una vasta serie di altre pubblicazioni sull’autore, compreso il pregiato cofanetto “Flyby” contenente l’opera-video divisa in 5 frammenti accompagnati da altrettanti lavori serigrafici.
Piero Zuccaro Flyby Quam 19 dicembre 2015 / 24 gennaio 2016 A CURA DI MARCO MENEGUZZO